Il direttore Luigi Pruneti ci parla della

creazione della nuova rivista :

 

Perché Iside? Perché intitolare con il nome di un’antica dea un periodico massonico? La risposta è presto data: i Liberi Muratori si definiscono Figli della vedova e Iside è la vedova per eccellenza, la sposa devota e premurosa che non si arrende alla morte, che non accetta il delitto perpetrato da Set, ma combatte con forza e vigore, con pazienza e sapienza per riportare in vita l’amato.
Lei, la figlia primogenita di Nut e Geg, per perseguire il suo fine compie un complesso viaggio lungo il grande fiume, incontra ostacoli, supera prove, apprende nel cammino, impara dall’errore, corregge e modifica fino a completare la grande opera: la resurrezione di Osiride.
Il suo è un percorso iniziatico e il simbolo la conforta: lunga è la sua veste come una clamide – a volte è bianca, a volte è nera – perché in lei è la notte e il giorno, il concepimento e la nascita, il silenzio e la parola [ . . . ]

Il Reggente narra la nascita dell'Ordine

Massonico Tradizionale Italiano :

 

"La costa è certa, fra due giorni si riuniranno … ma non vi sono dubbi. Anche la Tuscia è pronta e più a nord, fra le pinete e i forteti della Maremma il dado è tratto. — E nella Capitale? — Non dubitare, anche colà vi è chi ha una parola e una parola sola, come nel Sud, nella vasta pianura del Nord e ai piedi delle Alpi … partiremo in pochi, ma in molti ci seguiranno”. La stanza era greve di fumo e i bicchieri erano vuoti fra il disordine del tavolo, affollato di carte. Sui volti si leggeva una serena determinazione e la gioia esplicita di chi si accinge a un lungo viaggio.
Fu così che ebbe origine l’OMTI, poche persone, una stanza anonima, vissuti diversi, un’unica volontà. Passarono i giorni e fu tracciata la rotta: limitate coordinate, ma certe, sicure. Verso Levante avevamo posto la prua, volevamo la Luce dopo tanta tenebra e luce doveva essere pura, cristallina … le ombre ormai erano solo un ricordo e di lì a poco si sarebbero dissolte, come incubi che muoiano al risveglio. Fu così che nacquero le linee programmatiche e iniziò il nostro viaggio
[ . . . ]

In questo ricchissimo excursus il prof. David Lamantia ci fa

riflettere sul significato latomistico del termine 'LIBERTA' :

 

Raccontava Kant che mai si era sentito più libero che alzando gli occhi verso il cielo ed osservando l’immensità del firmamento. Un’esperienza di sublime matematico che ben rappresenta un concetto sfuggente il quale, più che come domanda, si configura come enciclopedia, risultando forse l’unica questione possibile per chi sceglie di entrare in una Comunione, visto che tale condizione è essenziale per esserne accolti. Che cos’è dunque la libertà? È quella di Gorgia che – con il suo nichilismo – nega ogni possibilità condivisa di conoscere, di comunicare, di comprendere? È quella di Socrate, nell’appartenenza a un daimon profondamente infisso in noi e ferreo nel rispetto dei valori fondanti la civiltà? Quella di Platone, legata alla liberazione dal pesante soma del corpo ed al ritorno nel mondo perfetto delle idee? È quella dell’autore della Critica della Ragion pura, che rifiuta l’istintualità animale, richiamandosi ad una legge intima e razionale? È quella di Fichte, che implica il mettersi sotto esame e proiettarsi con un costante sforzo – Anstoss – verso la perfezione?  [...]

Margherita de' Bezzi tratteggia un interessante parallelo

fra la lettura dei rituali e la drammaturgia :

 

La libera Muratoria ha nei suoi Rituali di apertura e chiusura dei Lavori, di Iniziazione e passaggio di Grado, dei Solstizi, delle Agapi e delle Cerimonie funebri un elemento fondante. Ne sono attori tutti i Liberi Muratori presenti nel Tempio, ognuno con ruoli diversi a seconda del proprio Grado e della propria dignità. Difficile non sentirsi coinvolti dai movimenti solenni dei Fratelli Maestri più attivi e dai dialoghi intrecciati dalle voci che si alzano da ogni parte del Tempio. L’effetto teatrale di tutto questo è potente, coinvolgente, innegabile ... così mi è venuta la curiosità di indagare la storia e le origini dell’arte drammatica alla ricerca di tangenze e somiglianze capaci di chiarirmi meglio il senso di questa teatralità e il suo valore nel processo di miglioramento dell’individuo che è e rimane lo scopo principe dell’esperienza latomistica. Voglio precisare che il mio intento è quello di rilevare tangenze e somiglianze, non già di rintracciare origini dirette dei Rituali massonici nella storia del teatro che è questione altra e forse opinabile [...]

Pierpaola Meledandri esplora per noi i misteri dell’Arte Reale :

 

Arte Reale, come sinonimo di Massoneria, sotto il profilo terminologico era già in uso nel Settecento, con richiami precisi alla leggenda del Re Salomone. Che cos’è il Rito di Perfezione? Qual è il suo posto nel corpo Massonico, dove trae la sua origine? È ancora valido? I misteri dell’Arte Reale sono accessibili ai soli Iniziati; questa sublime disciplina, nella sua estrinsecazione forma uomini liberi sottratti ad ogni dominazione, Sovrani e Maestri di loro stessi. Per giungere a tale stadio di conoscenza, l’apprendimento e il pensiero devono essere indipendenti, scevri da pregiudizi e da condizionamenti. Pertanto, solo chi è pronto a mettere in discussione desueti schemi mentali, compiendo la conquista di un autonomo ragionamento, potrà trovare la verità; essa si nasconde nel fondo di un pozzo. Ripercorrendo la storia, già nell’antico Egitto, civiltà che ha ispirato concetti, categorie e modalità trasfuse e rielaborate dall’Istituzione Massonica, il termine “Maat” richiamava la regola. Nessun concetto poteva significarne tanti alla pari di “Maat”, che comprendeva l’ordine, la saggezza, la ritualità, la rettitudine, la giustizia, la morale [...]

il professor Luigi Pruneti ci illustra una breve storia

del Rito di Misraïm :

 

Le origini del Rito di Misraïm sono oltremodo oscure e misteriose, alcuni le fanno risalire alla Napoli del XVIII secolo, nel cui humus esoterico, effervescente, agivano personaggi come il barone Henry Theodore Tschudy, Luigi d’Aquino di Caramanico e l’ogni presente Raimondo di Sangro, principe di Sansevero. Vi è anche chi lega le scaturigini del Rito di Misraïm a una altrettanto misteriosa loggia – La Perfetta Unione – che sarebbe stata fondata a Napoli nel 1728 e che, di conseguenza, sarebbe stata la più antica officina italiana. In realtà La Perfetta Unione è frutto di un’invenzione ottocentesca e di un sigillo di loggia falso, giacché è l’adattamento di una medaglia celebrativa della seconda metà dell’Ottocento.
Un altro elemento fondamentale della mitogenesi del Rito di Misraïm è il conte di Cagliostro, i cui richiami all’Egitto sono ben noti come pure il titolo di ‘Gran Cofto’ che il Siciliano coniò per il suo particolare Rito massonico, ma da qui a dimostrare che a Napoli siffatto personaggio passò ad altri arcani segreti, la strada è lunga [...]