Laura De Santi ci illustra il nuovissimo Tempio di Roma :
[ . . . ] In questo alveo si pone il nuovo Tempio di Roma, posto in un quartiere non molto distante dal congestionato
centro della città e adatto alle esigenze dei Fratelli e delle Sorelle di oggi: la ricettività, la mobilità e il parcheggio. La Casa massonica è collocata in un’area tranquilla fra la via
Casilina e la via Prenestina a 3.5km in linea d’aria dalla stazione Termini in una zona con ampia possibilità di parcheggio per l’auto o raggiungibile con mezzi di superficie e con la
Metropolitana. Il Tempio – completamente ristrutturato e climatizzato – ha una disponibilità totale di 62 posti fissi, officianti compresi, e la possibilità di una ventina ulteriore di
posti aggiuntivi.
Di concerto con il Gran Maestro O.M.T.I. Luigi Pruneti e con il Sovrano Gran Commendatore del R.S.A.A. Giovanni Costantini, è stata progettata la simbologia che avrebbe poi arredato gli ambienti.
Si è cercato di mantenere e armonizzare tutti gli elementi che concorrono solitamente a formare un Tempio massonico di Rito scozzese [ . . . ]
Pierpaola Meledandri ci espone una relazione sulla partecipazione dell'OMTI al X Congresso CIMAS a Cuenca in Ecuador :
La Massoneria recitò un ruolo fondamentale nella storia dell'emancipazione dell’America Latina. Le Logge furono delle vere e proprie fucine di pensiero, dove i Liberi Muratori presero coscienza dei loro diritti e doveri ed elaborarono quei concetti d’Indipendenza e di Libertà che seppero poi trasmettere ai popoli delle colonie spagnole. Ebbe così origine quel lungo e complesso processo d’affrancamento, segnato da sanguinosi conflitti e da eventi drammatici che portò alla formazione degli attuali stati del vasto sub-continente sudamericano. Non a caso furono “Figli della vedova” i principali attori di questo sentiero di sangue e di libertà. Il primo di loro fu Simon Bolivar (1783–1830) il Liberador per eccellenza; egli nel 1806 fu Gran Maestro della Loggia Madre “Sant’Alessandro di Scozia” all'Oriente di Parigi. Non vanno, tuttavia, dimenticati José Martì (1853–1895), eroe dell'indipendenza cubana, affiliato a un’Officina madrilena;
José de San Martin (1778–1850), protagonista della liberazione
di Argentina, Cile e Perù [ . . . ]
Giovanni Battista Arnone affronta un argomento a lungo dibattuto :
In Massoneria non si deve trattare né di politica e né di religione. In relazione a
quest’ultima la nostra Istituzione non ammette nessun tipo di dogma perché contrari ai suoi principi. Bene. Ma dai nostri rituali si evince che credere in Dio è essenziale alla stessa struttura
della Massoneria. Noi siamo legati alla Massoneria e di conseguenza l’uno all’altro dal nostro impegno e giuramento. Entrambi presi nel nome di Dio. In tutte le stesure dei Landmarks un punto
fermo è la credenza in Dio. Il Libero Muratore deve credere in un principio di fede monoteistico, basato sui cardini della tolleranza e della libertà. Ciò potrebbe sembrare contraddittorio con la
nostra prima affermazione. Un massone non può portare nel tempio un dogma. Egli, quale cercatore libero deve guardare in alto e in basso; non può possedere la verità e non può credere, nel senso
di avere fede, in qualcosa che storicamente non abbia lasciato traccia di sé. Non sono un uomo libero nel momento in cui scelgo di essere cattolico, islamista o altro. In realtà il landmark è
preciso: ognuno di noi è libero di avere fede in Dio, Principio Creatore. Noi creiamo delle divisioni allorquando formuliamo teorie sulle nostre credenze intorno a Dio.
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Luigi Pruneti ci narra delle leggende, miti e realtà intorno ai Templari:
Con la fine del xii secolo iniziarono ad aleggiare strane dicerie sulle militiae, gli
ordini religiosi-militari in Terrasanta. Si affermava che i monaci-cavalieri fossero orgogliosi, coraggiosi solo a parole e poco osservanti delle regole. Si diffuse la voce che fossero inclini ai
piaceri dei sensi e 'bibere templariter' divenne un modo di dire diffuso in ogni parte d’Europa. Inoltre, si sussurrava che, specie i Templari, si comportassero in modo ambiguo con i musulmani e
che avessero buoni rapporti col Veglio della Montagna e la setta degli Assassini.
Dopo la caduta della Terra Santa cristiana i Templari non furono capaci di riciclarsi, come i Cavalieri di San Giovanni che, istituita una base a Rodi, iniziarono a combattere gli infedeli sul
mare. Da più parti si propose, perciò, di fondere Ospedalieri e Templari o di sopprimere questi ultimi, diventati ormai inutili. I Poveri Cavalieri del Cristo, apparentemente indifferenti a tali
proposte, continuarono a mantenere la loro rete di commende e di possedimenti fondiari e a detenere una notevole ricchezza, dovuta in gran parte al prestito e al trasferimento di capitali
[...]